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Ride l arcato palazzo rosso dal portico grande:
Come le cateratte del Niagara
Canta, ride, svaria ferrea la sinfonia feconda urgente al
mare:
Genova canta il tuo canto!
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Letteratura italiana Einaudi
Dino Campana - Canti orfici
*
Entro una grotta di porcellana
Sorbendo caff
Guardavo dall invetriata la folla salire veloce
Tra le venditrici uguali a statue, porgenti
Frutti di mare con rauche grida cadenti
Su la bilancia immota:
Cos ti ricordo ancora e ti rivedo imperiale
Su per l erta tumultuante
Verso la porta disserrata
Contro l azzurro serale,
Fantastica di trofei
Mitici tra torri nude al sereno,
A te aggrappata d intorno
La febbre de la vita
Pristina: e per i vichi lubrici di fanali il canto
Instornellato de le prostitute
E dal fondo il vento del mar senza posa.
*
Per i vichi marini nell ambigua
Sera cacciava il vento tra i fanali
Preludii dal groviglio delle navi:
I palazzi marini avevan bianchi
Arabeschi nell ombra illanguidita
Ed andavamo io e la sera ambigua:
Ed io gli occhi alzavo su ai mille
E mille e mille occhi benevoli
Delle Chimere nei cieli:. . . . . .
Quando,
Melodiosamente
D alto sale, il vento come bianca finse una visione di
Grazia
Come dalla vicenda infaticabile
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Letteratura italiana Einaudi
Dino Campana - Canti orfici
De le nuvole e de le stelle dentro del cielo serale
Dentro il vico marino in alto sale,. . . . . .
Dentro il vico ch rosse in alto sale
Marino l ali rosse dei fanali
Rabescavano l ombra illanguidita,. . . . . .
Che nel vico marino, in alto sale
Che bianca e lieve e querula sal!
Come nell ali rosse dei fanali
Bianca e rossa nell ombra del fanale
Che bianca e lieve e tremula sal: .....
Ora di gi nel rosso del fanale
Era gi l ombra faticosamente
Bianca. . . . . . . .
Bianca quando nel rosso del fanale
Bianca lontana faticosamente
L eco attonita rise un irreale
Riso: e che l eco faticosamente
E bianca e lieve e attonita sal. . . . .
Di gi tutto d intorno
Lucea la sera ambigua:
Battevano i fanali
Il palpito nell ombra.
Rumori lontano franavano
Dentro silenzii solenni
Chiedendo: se dal mare
Il riso non saliva. . .
Chiedendo se l udiva
Infaticabilmente
La sera: a la vicenda
Di nuvole l in alto
Dentro del cielo stellare.
*
Al porto il battello si posa
Nel crepuscolo che brilla
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Letteratura italiana Einaudi
Dino Campana - Canti orfici
Negli alberi quieti di frutti di luce,
Nel paesaggio mitico
Di navi nel seno dell infinito
Ne la sera
Calida di felicit, lucente
In un grande in un grande velario
Di diamanti disteso sul crepuscolo,
In mille e mille diamanti in un grande velario vivente
Il battello si scarica
Ininterrottamente cigolante,
Instancabilmente introna
E la bandiera calata e il mare e il cielo d oro e sul molo
Corrono i fanciulli e gridano
Con gridi di felicit.
Gi a frotte s avventurano
I viaggiatori alla citt tonante
Che stende le sue piazze e le sue vie:
La grande luce mediterranea
S fusa in pietra di cenere:
Pei vichi antichi e profondi
Fragore di vita, gioia intensa e fugace:
Velario d oro di felicit
il cielo ove il sole ricchissimo
Lasci le sue spoglie preziose
E la Citt comprende
E s accende
E la fiamma titilla ed assorbe
I resti magnificenti del sole,
E intesse un sudario d oblio
Divino per gli uomini stanchi.
Perdute nel crepuscolo tonante
Ombre di viaggiatori
Vanno per la Superba
Terribili e grotteschi come i ciechi.
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Letteratura italiana Einaudi
Dino Campana - Canti orfici
*
Vasto, dentro un odor tenue vanito
Di catrame, vegliato da le lune
Elettriche, sul mare appena vivo
Il vasto porto si addorme.
S alza la nube delle ciminiere
Mentre il porto in un dolce scricchiolo
Dei cordami s addorme: e che la forza
Dorme, dorme che culla la tristezza
Inconscia de le cose che saranno
E il vasto porto oscilla dentro un ritmo
Affaticato e si sente
La nube che si forma dal vomito silente.
*
O Siciliana proterva opulente matrona
A le finestre ventose del vico marinaro
Nel seno della citt percossa di suoni di navi e di carri
Classica mediterranea femina dei porti:
Pei grigi rosei della citt di ardesia
Sonavano i clamori vespertini
E poi pi quieti i rumori dentro la notte serena:
Vedevo alle finestre lucenti come le stelle
Passare le ombre de le famiglie marine: e canti
Udivo lenti ed ambigui ne le vene de la citt mediterra-
nea:
Ch era la notte fonda.
Mentre tu siciliana, dai cavi
Vetri in un torto giuoco
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